Morfologia dell'impianto e dati storici
Il quartiere umbertino è un quartiere di primo impianto, progettato dall'Ing. Pandolfo secondo lo schema stabilito dal nuovo Piano Regolatore della Città del 1890, essendo stato costruito nell'arco di tempo compreso tra il 1890 circa (completamento della demolizione delle mura, iniziata dieci anni prima a partire dalla zona della Marina) ed i primi anni del '900, nel sito degli antichi bastioni di S. Lucia e S. Filippo.
La città, rimasta pressoché inalterata nei secoli precedenti, subisce una serie di innovazioni, che trasformeranno radicalmente la preesistente configurazione, con la definitiva perdita di cospicue e significative parti della struttura urbana. Tale logica di sventramenti e ricostruzioni, verrà seguita anche nelle successive opere di trasformazione del 1934-36, con l'apertura di via del Littorio.
Il nuovo quartiere realizzato, è costruito su una regolare maglia a scacchiera, di isolati quadrati e rettangolari su strade ampie e ventilate, secondo le nuove concezioni dell'urbanistica ottocentesca.
Allo stesso tempo la nuova edilizia si sostituisce a parte delle preesistenti edificazioni, pur rispettandone i limiti urbanistici di continuità del limite della cortina.
La definizione degli esterni è omogenea, pur nella diversità del linguaggio eclettico del tempo, con edifici sia di carattere liberty, sia più legati a schemi neoclassici.
Le facciate, molto simili tra loro, a volte presentano basamenti bugnati, e sono sempre scandite dall'uso di lesene in facciata, che si staccano dalle superfici ad intonaco, gli angoli trattati generalmente anch'essi a bugnato, sottolineano la prismaticità del volume.
Scompaiono i tradizionali tetti di tegole sovrapposte alla cappuccina, utilizzati fino al secolo precedente, per la terminazione degli edifici
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Caratteri dell'impianto e delle unità edilizie
Le costruzioni, molte delle quali, inizialmente a due elevazioni, vengono per la maggior parte sopraelevate di un piano nei periodi immediatamente successivi, tuttavia in modo armonico e compatibile con la facciata originaria. Il rapporto tra l'altezza degli edifici e la sezione stradale è ottimale, essendo queste, nella maggior parte dei casi, di sezione pari a 10 m, con la sola eccezione di via Fra Benedetto La Vecchia, di 5 m di sezione.
Le unità edilizie, di grandi dimensioni si accorpano attorno cortili e vani luce centrali, spesso angusti.
Le facciate hanno esposizioni su tutti e quattro i lati secondo gli orientamenti NE, NO, SE, SO; spesso i pluviali sono nascosti all'interno, mentre i cornicioni, a volte non sufficientemente aggettanti, non forniscono, in tali casi, la necessaria funzione di protezione del paramento dall'azione dell'acqua piovana. La consuetudine, comune a gran parte degli edifici esistenti, di provvedere allo smaltimento delle acque dei balconi, tramite l'impiego di un tubicino di scarico fuoriuscente alla base delle mensole provoca danni localizzati al di sotto di esse.
Tipologia dei rivestimenti e dei litotipi
Gli intonaci presenti sono per lo più a calce o colorati in pasta, le tinte variano da quelle ocra-giallastre, a quelle, più comuni, colore sabbia, alle rosate o pesca. Eccezioni sono costituite da due edifici prospettanti su via dei Mille, su cui è applicato un singolare intonaco colore rosso cupo, presente in pochi esempi in altri punti di Ortigia. Un particolare intonaco a disegni floreali, restaurato con grande attenzione, si osserva al n.19 di via Trieste. Dei nuovi intonaci realizzati, uno (la facciata del Grand Hotel, realizzata nel 1994) presenta già visibili, anche se leggeri, fenomeni di craquelaire della superficie; un altro, su via Savoia, erosioni della superficie all'incrocio con la parasta e macchie di umidità in alcuni punti del paramento; il prospetto di un edificio su via Fra Benedetto la Vecchia, una pittura sintetica, dalla tinta assolutamente non compatibile con l'esistente, già con vistose esfoliazioni in più punti.
Numerosa è la presenza di rivestimenti, con diversi materiali, nelle parti basamentali del piano terra; rivestimenti che si estendono a tutta la prima elevazione fuori terra, soprattutto sulle facciate di via Trento.
I litotipi presenti sono costituiti essenzialmente dalla Calcarenite più tenera di colore giallo, utilizzata dall'800 in poi nelle nuove costruzioni in muratura.
Degradi prevalenti
I degradi osservati in tale zona sono costituiti: dalla presenza costante di patine biologiche di grande estensione e diffusione soprattutto alle ultime elevazioni delle superfici esposte a NE, ed, in minor misura, in quelle ad esposizione E; da erosioni degli intonaci nella parte basamentale ad un altezza media di circa 2.20 m e a livelli fino ai 3.50 mt. negli isolati prossimi al Lungomare di Levante, in relazione alla rapida evaporazione delle superfici dovuta alla presenza delle forti e costanti correnti eoliche dei venti di Levante. In questa stessa zona, si osservano estesi fenomeni di alveolizzazione degli elementi lapidei, con forti erosioni del materiale e conseguente perdita della definizione formale degli elementi figurati esistenti.
Fenomeni di alveolizzazione ed erosione localizzata sono invece presenti, sia sugli intonaci, che sui materiali lapidei, al di sotto delle mensole (per lo scorretto displuvio delle acque dai balconi anzidetto), al di sotto dei cornicioni e delle fasce marcapiano (per infiltrazione dai giunti degli elementi lapidei non adeguatamente protetti), in prossimità di perdite localizzate dei pluviali disposti internamente.
Un fenomeno diffuso è quello delle croste nere, che si presentano in misura maggiormente spessa o più superficiale su tutte le superfici, ed in particolare su elementi scolpiti e aggettanti e sempre al di sotto dei balconi, anche nelle strade pedonali di via De Benedictis, dove la circolazione degli autoveicoli è impedita dallo svolgimento quotidiano del mercato ( anche se in tale zona si presentano meno diffuse e concrezionate). Il fenomeno delle croste nere si presenta meno accentuato nel secondo tratto di via XX Settembre, in cui è più ridotta la circolazione veicolare, ed in prossimità delle parti aperte verso il mare, mentre si accentua nella via Chindemi, per la ridotta sezione stradale.
Caratteri ambientali
- esposizione delle facciate a NE,NO,SE,SO;
- strada interna di sezione costante di 10 m. ad esclusione di via Chindemi, larga 5 m;
- altezza media degli edifici, costante pari a 2-3 elevazioni fuori terra;
- aperta ai venti, soprattutto nella parte orientale del quartiere;
- presenza di elevato traffico veicolare ;
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